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Margherita Marzaduri

Abbiamo parlato con Margherita Marzaduri, fotografa dalla provincia di Bologna che con le sue bellissime fotografie indaga la figura umana nella spontaneità della vita di tutti i giorni.

CIAO! PARLACI UN PO’ DI TE.
Sono nata nel 1993 a Castel San Pietro Terme in provincia di Bologna. Dopo 5 lunghi anni di amore e odio al Liceo Classico mi sono laureata in design del prodotto all’ISIA di Faenza. Adesso vivo a Venezia dove frequento la magistrale in Product Design allo IUAV.

COM’È NATO IL TUO INTERESSE PER LA FOTOGRAFIA E PERCHÈ HAI SCELTO LA FOTOGRAFIA ANALOGICA?
Mi piacerebbe poter dire che sia stato mio padre a trasmettermi la passione per la fotografia analogica ma in realtà è stato esattamente il contrario. Proprio lui ha fatto di tutto per convincermi che al giorno d’oggi è da stupidi non sfruttare le enormi possibilità del digitale, ma niente: io di nascosto continuavo imperterrita a rubargli la vecchia mitica Nikon FM2 che tuttora uso. A cosa serve fare mille foto se poi quella giusta è una sola? Mi piace fare selezioni mentali, decidere di catturare un momento e trarre godimento sia dal fatto che sono riuscita a coglierlo e sì, anche a perderlo.

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Margherita Marzaduri

HAI UN FOTOGRAFO PREFERITO O COMUNQUE CHE ABBIA ISPIRATO IL TUO MODO DI FOTOGRAFARE?
Non so se riesco a sceglierne uno in particolare: mi piace molto la maestosità di Sebastião Salgado, la leggerezza di Massimo Vitali, Katrin Korfmann, August Sander, Chema Madoz, Gianni Berengo Gardin e infine Mario Giacomelli, un classicone sempreverde.

PARLIAMO UN PO’ DI ATTREZZATURA, QUALI MACCHINE FOTOGRAFICHE E PELLICOLE USI?
Devo dire che sono sempre stata affezionata alla reflex di mio padre, l’ho tradita soltanto con miei numerosi esperimenti di stenopeiche home made. Mi piace passare giornate intere in camera oscura. Sono una grande amante della pellicola in bianco e nero. Sono anche ignorante in materia di pellicole, di solito chiedo quella che costa meno, anzi, se trovo rullini in vecchie case più sono scaduti più sono contenta.

STAI LAVORANDO A QUALCHE PROGETTO O C’È QUALCHE PROGETTO A CUI VORRESTI LAVORARE?
Di solito mi piace fotografare le persone, anche quelle che sembra non abbiano nulla da raccontare. Ultimamente ho in mente qualcosa riguardo agli uccelli che invece di volare camminano insieme a noi umani.

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Margherita Marzaduri

COSA TI PIACE FOTOGRAFARE E COSA RENDE SPECIALE UNA FOTO PER TE?
Non penso di avere un soggetto preferito, vado a periodi. Il cinema ha in ciò un ruolo davvero importante: questi periodi infatti spesso dipendono da certi film che vedo, per esempio nell’ultimo periodo sono estremamente condizionata da Hitchcock e i volatili.

COSA NE PENSI DELLA FOTOGRAFIA IN ITALIA IN QUESTO MOMENTO E DEL SUCCESSO SEMPRE MAGGIORE CHE LA FOTOGRAFIA ANALOGICA CONTINUA AD AVERE ANCORA ADESSO?
Sono contenta perché negli ultimi anni davvero tutti hanno acquisito un gran gusto nel riconoscere e addirittura fare belle foto. C’è chi dice sia la rovina della “Grande Fotografia” ma io provo soltanto molto godimento nell’essere circondata da immagini piacevolmente stimolanti. Il successo dell’analogica forse è da ricondurre alla tipica propensione delle persone alla nostalgia verso il passato, e la nostalgia è un sentimento molto bello (un po’ meno bello è chi “trasforma” le foto digitali in analogiche con certi filtri).

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Margherita Marzaduri

C’È QUALCHE GIOVANE FOTOGRAFO ITALIANO CHE TI SENTI DI CONSIGLIARE?
Benedetta Ristori, ho cominciato a seguirla per caso su Instagram.

HAI DEGLI INTERESSI AL DI FUORI DELLA FOTOGRAFIA CHE INFLUENZANO I TUOI LAVORI?
Il cinema e sicuramente la musica: è come se fosse un triangolo in cui non so cosa influenzi di più l’una e l’altra e viceversa.

DOVE POSSIAMO VEDERE LE TUE FOTO?
Purtroppo non aggiorno quasi mai le mie pagine Behance e Cargo Collective ma posso giurare che è un’intenzione che si trova all’inizio della lista di cose da fare.

cargocollective.com/margheritamarzaduri
behance.net/mamax
instagram.com/mamamhee

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