Oggi con Federica Porro, scopriamo un modo di fare fotografia che strizza l’occhio alla letteratura, e reinterpreta la realtà del mondo che ci circonda.
CIAO! PARLACI UN PO’ DI TE.
Sono nata a Como nel 1994, dopo aver frequentato il liceo in un piccolo paesino di provincia ho iniziato Lettere Moderne studiando a Milano, Siena e Berlino. In questi mesi dopo la laurea mi muovo tra Como e Berlino e da settembre mi trasferirò a Modena per iniziare un master in fotografia.
COM’È NATO IL TUO INTERESSE PER LA FOTOGRAFIA E PERCHÈ HAI SCELTO LA FOTOGRAFIA ANALOGICA?
Il mio avvicinamento alla fotografia è stato molto naturale, spontaneamente fin da molto piccola ho sentito un’attrazione per questo nuovo occhio che mi permetteva di vedere e analizzare il mondo da un altro punto di vista. L’osservazione della realtà attraverso la lente fotografica mi ha incuriosito e continua a farlo. La fotografia analogica mi è capitata: un giorno ho trovato la vecchia macchina di mio padre, con la quale continuo a scattare, e ho voluto provarla; da autodidatta non è stato facilissimo all’inizio ma grazie alla fotografia analogica ho imparato molto sulla fotografia, come pratica e come metodo di osservazione.
HAI UN FOTOGRAFO PREFERITO O COMUNQUE CHE ABBIA ISPIRATO IL TUO MODO DI FOTOGRAFARE?
Ci sono molti fotografi ai cui faccio riferimento: essendo molto legata al mondo del linguaggio artisti come Franco Vaccari, Sophie Calle e Duane Michals hanno una grande influenza sul mio modo di fotografare e soprattutto sul processo di creazione di lavori in forte dialogo con la scrittura. Inoltre sicuramente fotografi come Mario Giacomelli, Edward Weston, Robert Mapplerthorpe e Luigi Ghirri hanno inciso profondamente sul mio pensiero: mi hanno spinto ad interrogarmi sul significato della fotografia come nuovo modo di vedere e di interpretare la realtà.
PARLIAMO UN PO’ DI ATTREZZATURA, QUALI MACCHINE FOTOGRAFICHE E PELLICOLE USI?
Non ho una grande attrezzatura perché tendo ad affezionarmi a poche macchine fotografiche con cui prendo confidenza: infatti continuo a scattare con la Canon FTb di mio padre, la prima macchina analogica che abbia mai utilizzato. Ogni tanto faccio qualche sperimentazione con una Polaroid Onestep e una Ferrania Elioflex. Scatto sempre in bianco e nero quindi la mia conoscenza sulle pellicole si limita a questo campo: ho iniziato con Ilford ma dopo un corso di sviluppo in camera oscura ho iniziato ad utilizzare la Kodak T-MAX (400 e 100) e da quel momento non riesco più a cambiare pellicola, si ottengono risultati davvero eccellenti.
STAI LAVORANDO A QUALCHE PROGETTO O C’È QUALCHE PROGETTO A CUI VORRESTI LAVORARE?
Ho recentemente stampato in tiratura limitata un libro, Steinschleier, che è una riflessione sul dolore e la sua percezione. Sto lavorando poi ad una serie di progetti: sto per portare a termine ed esporre una serie di fotografie che si concentrano sulla relazione uomo e natura analizzata sia sul piano fotografico che su quello del linguaggio, ogni scatto verrà affiancato da una composizione poetica della giovane poetessa Celina Dzyacky. Un’altro progetto a cui sto lavorando è frutto di una riflessione sulla fotografia di esseri umani e di oggetti e di come oggetto animato e oggetto inanimato non siano poi così differenti: in uno scambio di vedute si vogliono creare nuove immagini del mondo che portano l’osservatore a porsi delle domande su ciò a cui sta assistendo. Lavoro in modo molto metodico quindi cerco sempre di avere un progetto che mi permetta di indagare la relazione tra immagine e parola e come i due media possano collaborare per raggiungere un nuovo livello di espressione e di interpretazione della realtà.
COSA TI PIACE FOTOGRAFARE E COSA RENDE SPECIALE UNA FOTO PER TE?
Non ho soggetti particolari che tendono a ripetersi nelle mie fotografie, certo, mi rendo conto di subire un grande fascino dal mondo vegetale, però cerco sempre di concentrarmi su elementi costitutivi dell’immagini come linee, forme, ombre e luci, sia che si tratti di oggetti animati o inanimati. E sono proprio questi gli elementi che possono rendere interessante e potente uno scatto: lo sguardo fotografico per me deve creare una nuova esperienza di osservazione e di interpretazione del mondo, uno scatto dovrebbe sollecitare l’osservatore a cercare qualcosa che si nasconde dentro la fotografia che non è visibile ma intellegibile.
COSA NE PENSI DELLA FOTOGRAFIA IN ITALIA IN QUESTO MOMENTO E DEL SUCCESSO SEMPRE MAGGIORE CHE LA FOTOGRAFIA ANALOGICA CONTINUA AD AVERE ANCORA ADESSO?
Siamo in un epoca in cui i fotografi stanno avendo un numero crescente di possibilità, tenendo presente i vantaggi e gli svantaggi, resto molto positiva: nonostante la prolificazione esagerata di immagini che quotidianamente ci bombarda, iniziano a crearsi molte riviste e molti gruppi di persone che cercano di salvaguardare i fotografi, cercando di dare alla fotografia la propria legittimazione artistica. Lo stesso sguardo ambivalente si può assumere nel considerare il successo della fotografia analogica: in parte esso è chiaramente dettato da una moda, da uno stile di vita che prevede dei comportamenti inclini al riutilizzo dell’analogico, del vintage; dall’altro questo crescente successo è un fattore che aiuta la commercializzazione degli strumenti per la pratica della fotografia analogica, e dà maggiori possibilità ai fotografi di sperimentare diverse tecniche.
C’È QUALCHE GIOVANE FOTOGRAFO ITALIANO CHE TI SENTI DI CONSIGLIARE?
Sicuramente Michele Brancati che è in grado di dare una personalissima visione della realtà. Inoltre un’altra grande fotografa è Marina Ballo Charme: nei suoi studi sullo sguardo fotografico sensibilità ed estetica trovano un equilibrio sorprendente.
HAI DEGLI INTERESSI AL DI FUORI DELLA FOTOGRAFIA CHE INFLUENZANO I TUOI LAVORI?
Certamente la letteratura e la scrittura hanno influenzato e continuano a influenzare i miei scatti. Alla letteratura si somma il mondo dell’arte, anch’essa grande fonte di ispirazione e riflessione.
DOVE POSSIAMO VEDERE LE TUE FOTO?
Sono molto analogica nell’espormi, i miei progetti più cari sono pensati per essere visti materialmente, in una mostra o in forma libro, in ogni caso si possono vedere alcuni dei miei scatti qui:
federicaporro.tumblr.com
instagram.com/federica_porro