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Martina Parolo

Oggi conosciamo Martina Parolo, fotografa pavese in costante ricerca di spazi da esplorare e raccontare, che siano essi corpi e figure umane oppure luoghi e paesaggi.

CIAO! PARLACI UN PO’ DI TE.
Sono nata nel Maggio 1994 a Voghera, vivo a Pavia ma studio a Milano. Ho frequentato il liceo linguistico a Pavia per poi, esausta un po’ delle lingue e un po’ dell’ambiente a me circostante, decidere di dedicarmi sul serio alla fotografia. Mi sono laureata in nuove tecnologie dell’arte presso l’accademia ACME di Milano e ora frequento un master in Photography e Visual Design in NABA, sempre a Milano.

COM’È NATO IL TUO INTERESSE PER LA FOTOGRAFIA E PERCHÈ HAI SCELTO LA FOTOGRAFIA ANALOGICA?
Nel 1999 esce sul mercato la polaroid di Barbie e per me è la svolta. Credo che la fotografia sia stata per me una di quelle cose che da sempre hai dentro e ti serve solo il momento giusto per tirarla fuori. Mio padre aveva già avuto qualche foto pubblicata, da ragazzo, sui giornali del paese, giocando con doppie esposizioni e vetri smerigliati ed è stato breve il passo nel trasmettermi la passione. Crescendo scattavo solo con macchine digitali, oggetti comunque per me molto nuovi, all’alba dei sedici/diciassette anni; poi negli anni dell’accademia mi avvicino alla fotografia analogica utilizzando una vecchia Canon AE1 di mio nonno e capisco che è con quella che voglio raccontarmi.

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Martina Parolo

HAI UN FOTOGRAFO PREFERITO O COMUNQUE CHE ABBIA ISPIRATO IL TUO MODO DI FOTOGRAFARE?
Ho iniziato a fotografare conoscendo il lavoro di Juergen Teller che ancora apprezzo molto ma da sempre ammiro William Eggleston e Nan Goldin, così diversi eppure così vicini nel raccontare il “forte” che sta nelle loro realtà: i colori, i volti e le situazioni che raccontano mi hanno sempre emozionato e fatto venir voglia di dire “voglio provarci”.

PARLIAMO UN PO’ DI ATTREZZATURA, QUALI MACCHINE FOTOGRAFICHE E PELLICOLE USI?
Come dicevo ho iniziato con una Canon AE1 e con delle pellicole Kodak e ILFORD scadute tra il ’90 e il 2005, trovate ad un mercatino. Ora utilizzo una Cosina CT1G, una Pentax ESPIO 735G, una Fujica AX-3 e spesso e volentieri delle Kodak usa e getta, anche subacquee durante le vacanze. Il tutto insieme a pellicole Kodak e Fujifilm.

STAI LAVORANDO A QUALCHE PROGETTO O C’È QUALCHE PROGETTO A CUI VORRESTI LAVORARE?
Ho sempre progetti in mente, la maggior parte legati alla moda, ma a volte i doveri scolastici non mi permettono di realizzarli nelle tempistiche che vorrei. Attualmente ho molte idee e sono sempre in cerca di modelle che abbiano voglia di creare insieme un concept da proporre a diverse riviste.

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Martina Parolo

COSA TI PIACE FOTOGRAFARE E COSA RENDE SPECIALE UNA FOTO PER TE?
Lavoro spesso con la figura umana soprattutto femminile perché mi emoziona molto il “bello” e credo che il corpo e le forme femminili siano ciò che di più armonico abbiamo intorno a noi. Cerco sempre di creare progetti sull’intimità e sul privato, spaziando ad atmosfere vintage e pop ma mi piacerebbe in futuro riuscire a spingermi un po’ oltre e utilizzare una fotografia che sappia osare. Fotografo anche molti paesaggi e luoghi che spesso non distinguo da quando fotografo i soggetti: entrambi sono spazi abitati da esplorare e raccontare. Una fotografia è speciale quando ti rende felice, quando non è mai come l’avevi immaginata, quando non sai se è meglio o peggio ma sai che è Vera.

COSA NE PENSI DELLA FOTOGRAFIA IN ITALIA IN QUESTO MOMENTO E DEL SUCCESSO SEMPRE MAGGIORE CHE LA FOTOGRAFIA ANALOGICA CONTINUA AD AVERE ANCORA ADESSO?
Noto con piacere che i fotografi italiani non si nascondono, anzi, si fanno sentire forte e chiaro e finalmente possono avere qualche riconoscimento. Non credo che il ritorno all’analogico sia, come tanti sostengono, una “moda del momento”, ma credo sia un giusto ritorno alle origini, al trattare il mondo come lo si vede attraverso i propri occhi e io, nata a cavallo tra analogico e digitale, continuo a vedere a pellicola.

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Martina Parolo

C’È QUALCHE GIOVANE FOTOGRAFO ITALIANO CHE TI SENTI DI CONSIGLIARE?
Ce ne sono parecchi in realtà; sicuramente la mia ormai amica Era Enesi, conosciuta per caso su Instagram, con cui ho avuto modo di collaborare. Poi Stefano Usberghi, Stefano Sgambati, Paolo Coppolella, e Riccardo Sirica.

HAI DEGLI INTERESSI AL DI FUORI DELLA FOTOGRAFIA CHE INFLUENZANO I TUOI LAVORI?
Sicuramente il rock ‘n’ roll. È dalla seconda media che mi accompagna ed è una continua fonte di ispirazione, tanto che ha ispirato la mia tesi di laurea, insieme al cinema, altra passione per me fondamentale.

DOVE POSSIAMO VEDERE LE TUE FOTO?
Le mie foto si possono trovare sulla mia pagina instagram martinaparoloph o sul mio sito martinaparolophotography.com

 

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